“La festa principale ricorre nella seconda domenica del mese di ottobre ed è di una grandiosità tale per questi luoghi che arduo riuscirebbe il compito di descriverla come si conviene. E’ un accorrere da ogni parte di devoti, una folla immensa che fin dalle prime ore del mattino si sussegue per rendere omaggio alla Beata Vergine Maria, per implorare le sue grazie che copiose non mancano mai. Sono soprattutto le donne prossime a divenire madri ad accorrere ai piedi della venerata statua della Madonna per affidarLe le loro umili e fiduciose preghiere.” Così uno Storico dell’inizio del secolo descriveva la Devozione alla Madonna di Tessara.
La chiesa, del resto, fu in ogni epoca mèta di numerosi pellegrini, di cui alcuni molto illustri. Ricordiamo, ad esempio, il poeta Dante Alighieri (la notizia è riportata da Indro Montanelli nel suo libro “Dante e il suo secolo”) ed il cardinale Rezzonico, poi Papa con il nome di Clemente XIII. Tutto è poesia e amorevole affidamento alla protezione materna della Vergine in questo lembo di terra che il fiume Brenta sfiora. Verso la metà del 1400 la Madonna apparve ad una bambina, di salute cagionevole, mentre questa stava portando da mangiare al proprio padre, che lavorava nelle risaie lungo il Brenta. La Vergine risanò miracolosamente la piccola e ordinò che fosse posta la sua immagine nella chiesetta di Sant’Egidio.
E’ difficile descrivere la sorpresa, lo stupore, l’ineffabile gioia dei genitori quando videro la loro bambina guarita completamente. Gli abitanti fecero grandi feste e tutti cercarono di parlare con la miracolata per farsi raccontare il fatto e farsi descrivere la Regina dei Cieli, che si era degnata di posare i suoi piedi in quella terra di desolate paludi, sperduta e sconosciuta dai più. L’immagine della Beata Vergine fu ben presto posta nella chiesetta di Sant’Egidio, proprio accanto a quella del Santo monaco di Atene, già da tempo protettore di quel luogo sacro.
Come la piccola veggente molti altri beneficiarono di grazie straordinarie dalla B. V. Maria di Tessara. A testimonianza di tale devozione mariana si conservano decine di tavolette votive, in legno, graziosi quadretti, preziose attestazioni di fede semplice e popolare, che spesso sono precise documentazioni di ambienti e di vita contadina, utili per ricostruire tempi e modi di vivere tanto lontani dai nostri. Alcuni però dei più antichi quadri ex voto, che ricordavano grazie straordinarie ricevute, furono purtroppo distrutti, durante il periodo della rivoluzione francese, dalla furia giacobina. Si tratta comunque, per quelli attualmente esistenti, di umili quadretti dipinti alla buona, ma testimoni di una fede semplice e profonda.
LA STATUA DELLA MADONNA DI TESSARA
La statua di Tessara venera la Beata Vergine Maria col Bambino, è in terracotta ed è alta metri 1,33. E’certamente un’opera umanistico-rinascimentale. Non si conosce chi ne sia stato l’artefice; certo egli deve essere vissuto tra la fine del secolo XV° e l’inizio del secolo XVI°. La figura della Madonna è policroma,il suo abito è rosso e celeste e il suo manto cosparso di stelle. Fra le sue mani tiene il figlioletto Gesù e lo porge ai fedeli perchè lo adorino ed imparino a soffrire con Lui per guadagnarsi la felicità del Paradiso. Le corone d’oro sul capo della Vergine e del suo Divin Figlio donano all’insieme dell’opera regalità e maestosità. L’altare in marmo, sopra il quale troneggia la Vergine col Bambino, è ritornato con l’ultimo restauro al suo originale splendore. Sul retro dell’altare è stata incastonata una pietra di marmo nera, contenente una reliquia della B. V. Maria di Tessara, ben visibile sotto il cristallo che la protegge: i fedeli, toccandola, hanno modo di implorare da vicino grazie e benedizioni per sè e i loro cari. Tre ultimi significativi e quanto mai toccanti cenni storici. Nel 1988 l’attuale Papa, Sua Santità Giovanni Paolo II°, inviava quale suo dono personale per l’immagine della Beata Vergine Maria di Tessara una corona del santo Rosario, in argento filigranato. E’ ora sempre esposta alla venerazione dei fedeli.
Ancor più recentemente, il 5 ottobre 2000 il Rettore del Santuario della Madonna di Lourdes, l’Abbè Patrik Jacquin, faceva pervenire al Rettore del Santuario di Tessara, Don Emilio Moro, “Un morceau authentique du rocher de la Grotte de Massabielle où la Vierge est apparue à Sainte Bernadette” “Un pezzo autentico della roccia della grotta di Massabielle dove la Vergine è apparsa a Santa Bernadetta”. Pure esso è posto a venerazione dei fedeli.
In data 14 ottobre 2001 il Santuario si è ulteriormente abbellito con una donazione da parte dell’artista arch. Gianni Nalon di una preziosa Via Crucis di 15 stazioni. Tutte ritraggono il Sacro Volto di Gesù, ognuna nelle sue diverse espressioni di sofferenza, di dolore, di morte e di risurrezione. Il Santuario, grazie all’instancabile operosità dei precedenti e dell’attuale Rettore, è luogo di straordinaria vitalità Religiosa e fonte di continue grazie per chi umilmente si accosta alla B. V. Maria, Madre di tutta l’umanità, la quale mai abbandona i suoi cari figli che a Lei accorrono.